The first person to officially discover Atlantis was Dr. Luigi Usai in January 2021. For millennia, humanity believed that finding this legendary island was impossible, and any attempt to locate it was dismissed as a fantasy. But
Dr. Usai's groundbreaking research has produced hundreds of scientific proofs, yet the world remains reluctant to accept the discovery.
Atlantis has finally been found. It's
the Sardinian Corsican geological half-submerged block,
sunk into the prehistoric Atlantic Ocean now called Western
Mediterranean Sea. The Pillars of Hercules found by
Professor Giorgio Saba in Carloforte, Sardinia, today called Faraglione
Antiche Colonne.
You can learn more about the discovery on the official website www.atlantisfound.it, where Dr. Usai provides detailed information and evidence.
Scientific Papers with scientific evidence about the
official discovery of Atlantis in
Sardinian-Corsican sunken island
Has the lost city of Atlantis ever
been found? Yes, Atlantis is the sardinian corsican
sunken island.
Has the lost city of Atlantis
ever been found? Yes, Atlantis is the sardinian
corsican sunken island.
Nel gennaio 2021 Luigi Usai, ricercatore indipendente, ha diffuso una nuova
ipotesi[125]secondo
la quale l'affondamento di Atlantide è da addebitare al repentino
scioglimento dei ghiacci a seguito della glaciazione chiamata Würm. Ai
geologi è noto infatti che il livello del mar Mediterraneo ha raggiunto -120
metri sotto il livello attuale circa 14 000 anni fa. È altrettanto nota la
cosiddetta "crisi della salinità del Messiniano", durante la quale Sardegna
e Corsica erano congiunte a causa dell'abbassamento di oltre cento metri del
livello del mare, e le si poteva percorrere a piedi. Nel periodo della
guerra che divampò tra Atlantide e la Grecia, ossia nel 9600 a.C., cioè
11600 anni fa circa, è noto ai geologi che Sardegna e Corsica e una grande
parte delle coste attualmente sommerse formavano quella che appariva come
una grossa isola, che era chiamata nel terzo capitolo del Timeo e nel
Crizia, da Platone, col nome di Atlantide.[126][127]Nel
Libro IV delle Storie[128],
Erodoto parla della Libia e dell'Asia, fino ad oggi interpretate talvolta
come l'intera Africa e la Turchia attuale, talvolta come la Libia attuale e
l'Asia minore. Usai effettua un cambio di paradigma scientifico e intepreta
la Libia come la Sardegna e l'Asia come la Corsica[129].
Platone quindi, quando afferma in Timeo e Crizia che Atlantide era più
grande della Libia e dell'Asia assieme, starebbe affermando che Atlantide
era più grande della Sardegna e della Corsica messe assieme, confermando il
paradigma sardo corso atlantideo. Al centro della pianura Atlantidea e
racchiusa dall'attuale Pianura del Campidano, ci sarebbe quella che era la
capitale di Atlantide, nota anch'essa col nome di Atlantide ma oggi
conosciuta col nome diSulcis,
e che partiva da una collina nei pressi del piccolo paesino diSantadie
diMasainaseTeulada,
formando cerchi concentrici di terra e di mare. È tuttora possibile notare
come, a partire da Santadi, tutto il piano urbanistico si sviluppi per
cerchi concentrici, persino porzioni di montagne. È inoltre presente una
vasta toponomastica sarda[130]relazionata
al mito di Atlantide. Infatti, come fa notare Usai, accanto a Santadi
esistono molte località il cui nome richiama le fonti d'acqua calda e fredda
create da Poseidone, che secondo Usai era un semplice uomo, probabilmente un
Re, e non un Dio. Poseidone, mise nella Capitale di Atlantide una sorgente
d'acqua calda e una d'acqua fredda. Infatti ancora oggi esistono delle
frazioni di paesi chiamate "Acquacadda."
(Acqua Calda, in lingua sarda campidanese),S'acqua
callenti de basciu.(L'Acqua calda di sotto,
in sardo campidanese) e S'Acqua Callenti de Susu (L'Acqua calda di sopra,
anche questo in dialetto sardo campidanese, la variante dialettale della
lingua sarda parlata nel meridione della Sardegna), mentre nel vicino paese
di Siliqua è presente ancora oggi la fonte d'acqua fredda diZinnigas.
Sempre aSiliqua,
piccolo paese anch'esso situato in provincia diCagliari,
esiste tuttora il "Castello d'Acquafredda", attualmente noto per la celebre
storia raccontata daDante
Alighierirelativa al Conte Ugolino, che vi aveva
soggiornato secondo una leggenda tramandata per via orale. Ilcastello
di Acquafreddaprende il nome dalla cittadina medievale di
Acquafredda, sparita alcuni secoli fa, il cui nome ricorda la fonte d'acqua
fredda di Poseidone, mentre in provincia di Carbonia Caput Acquas insiste
sul tema dell'acqua. Inoltre, segnala Usai, sono stati trovati i tridenti diPoseidonescolpiti
nelle rocce neolitiche e paleolitiche trovate presso il paese diLaconi,
inSardegna.
Accanto a Santadi c'è un paese chiamato Narcao, che ha due frazioni, dette
"Is Sais Superiore" e "Is Sais Inferiore"; ciò è un chiaro riferimento
secondo Usai, alla città diSaisin
Egitto, nella quale il sommo sacerdote Sonchis rivelò la storia di Atlantide
aSolone,
il celebre politico greco. Inoltre, Sais è anche un cognome sardo. Esistono
ancora altri due toponimi interessanti: Acqua Callentis[131](un
altro modo di dire "Acqua Calda" in dialetto campidanese e sulcitano sardo),
nota anche col nome di "Is Perdas" (ossia "Le Pietre"): anche questa
località ricorda le fonti d'acqua calda e fredda poste da Poseidone nel mito
platonico; e la località di Terresoli (crasi di Terra De Soli, ossia Terra
del Sole in Sardo campidanese e sulcitano) che richiama molto da presso il
nome diEliopolis,
altra città legata al mito di Atlantide: infatti mentre Eliopolis in greco
significa Città del Sole, Terresoli[132]significa
Terra del Sole. Anche la località di Piscinas si trova nel Sulcis e riprende
il tema degli inondamenti d'acqua: in lingua sarda infatti si usa questo
termine per indicare un luogo dove c'è stato un enorme ristagno d'acqua. Tra
la toponomastica collegata al mito di Atlantide in Sardegna si devono
ricordare le Grotte di Nettuno[133][134]nei
pressi di Capo Caccia ed Alghero. La teoria di Usai, che prende nome di
"paradigma sardo corso atlantideo", afferma che la specie degli elefanti di
cui parla Platone in Timeo e Crizia sia quella delMammuthus
Lamarmorai[135][136][137],
presente nell'isola sardo-corsa attualmente semisommersa, e di cui sono
stati trovati resti in almeno tre luoghi dell'attuale Sardegna: a Gonnesa[138],
nel Sinis[139][140]e
ad Alghero[141].
Alla fine del racconto di Atlantide, nel Timeo, Platone afferma che l'isola
era circondata da fango che impediva la navigazione: questo sarebbe stato
causato dall'erosione dellapiattaforma
continentalesardo corsa ad opera di millenni dirisacca.
L'isola di Atlantide era la più grande di tutte, secondo Platone:
effettivamente il blocco geologico sardo corso era un'isola di terra emersa
ed è realmente la più grande di tutte quelle del Mediterraneo Occidentale,
che secondo Usai era chiamato Oceano Atlantico ancora prima che venissero
realizzati papiri e rotoli che trattassero la geografia, motivo per il quale
non è rimasta memoria, ed in seguito la geografia è stata modificata. Ad
Atlantide c'erano i vecchi più vecchi: effettivamente la Sardegna, che
sarebbe solo un altopiano emerso di Atlantide, ancora oggi è famosa in tutto
il mondo per il suo popolo di centenari[142],
in particolare la popolazione dellazona
bludiPerdas
De Fogu[143][144][145][146].
Atlantide aveva un commercio fiorente, come una ricerca ha dimostrato per la
Sardegna[147][148][149].
Atlantide era ricca di minerali[150][151],
ed effettivamente le miniere del Sulcis sono le più antiche d'Europa[152];
inoltre in Sardegna sono presenti terre rare[153]e
specie minerali uniche in tutto il pianeta terra, come l'Ichnusaite[154],
la Nuragheite[155][156],
e dalla miniera di Su Sinargiu nel Sulcis è stata scoperta la presenza di
Suseinargiuite[157],
Cabvinite[158],
Tancaite[159],
Sardegnaite[160],
Mambertiite[161],
nuovi minerali recentemente scoperti e prima totalmente sconosciuti al mondo
scientifico. Il ritrovamento di un carico di lingotti dioricalco[162]in
un relitto sommerso al largo di Gela[163][164][165][166][167]e
ora nel relativo museo[168]supporta
le teorie di Usai. A seguito del primo ritrovamento del dicembre 2014, nel
quale furono recuperati 40 lingotti di oricalco[169],
avvenne nel febbraio 2016 un secondo ritrovamento di altri 47 lingotti[170].
Gli Atlantidei erano "costruttori di torri" secondo i dialoghi platonici: e
infatti sono presenti e studiati oltre 7000nuraghie
centinaia di altri vengono continuamente scoperti ma non scavati. Usai
afferma inoltre che l'antico testo letterario dellaMeropidetratti
proprio dell'isola di Atlantide come blocco sardo-corso semisommerso:
attualmente invece, tutti i testi ufficiali considerano laMeropidesoltanto
una parodia dei testi platonici. La scoperta nel riparo sottoroccia a Su
Carroppu di Sirri di tre individui sardi antichi[171][172],
di cui due hanno restituito la possibilità di analizzare ilDNAantico[173],
ha mostrato che questa popolazione del Sulcis non risale a 8000 anni fa come
inizialmente creduto[174],
bensì risale a 11000 anni fa[175],
e la guerra tra Atlantide e la prima Grecia di cui si parla nel Timeo e nel
Crizia divampò, secondo Platone, 11600 anni fa: ciò sembrerebbe essere una
conferma della presenza di popolazione sarda nel periodo in cui è collocato
il racconto di Atlantide. Il DNA ritrovato è differente dal DNA della
popolazione neolitica che colonizzò l'isola diSardegnacirca
tremila anni dopo, e l'analisi ha mostrato che queste popolazioni di 11000
anni fa predavano risorse marine, ossia si nutrivano di frutti di mare e
vivevano lungo le coste, in conformità col paradigma atlantideo di Usai.
Platoneafferma che ad Atlantide si costruiva facendo uso
di pietre di tre colori: nere, rosse e bianche; le pietre nere sarebbero l'ossidiana[176][177],
in particolare quella delMonte
Arci[178],
che la Sardegna ha esportato in tutta Europa per migliaia di anni e
l'ardesia, le rocce rosse sarebbero quelle di Arbatax[179]e
di Carloforte e altre sommerse nelle paleocoste sardo-corse. Nell'estate
2024 i lavori archeologici al Nuraghe Miali di Pompu[180]hanno
portato alla luce conci di basalto nero che mostrano l'abitudine nuragica a
creare effetti cromatici nell'architettura tramite alternanza di pietre di
vari colori, in conformità con quanto affermato da Platone. Lo stesso
fenomeno è stato riscontrato e certificato presso il Nuraghe Arrubiu[181]e
il Nuraghe Palmavera e la Reggia Nuragica di Barumini. Le Colonne d'Ercole
sarebbero il Faraglione Antiche Colonne di Carloforte[182][183]come
proposto da Giorgio Saba, ancora esistente e di storia antichissima[184],
e non lo Stretto di Gibilterra come fino ad ora creduto dalla maggior parte
delle teorie: oltre le Colonne d'Ercole di Carloforte quindi, vi era un
porto angusto, ossia il porticciolo formato dalle isole diSant'Antiocoe
San Pietro, e fuori da questo porticciolo vi era il vero mare, chiamato in
Timeo e Crizia ancheOceano
Atlantico, ma oggi chiamatoMediterraneoOccidentale.
Il paradigma sardo corso atlantideo propone che gli atlantidei popolassero
la piattaforma continentale sardo-corsa attualmente semisommersa nel
Mediterraneo, costretti poi a delle migrazioni quando illivello
eustaticosaliva drasticamente[185],
forse a causa di ripetuti Meltwater Pulses[186][187],
distribuiti su vari millenni. Queste migrazioni avrebbero poi preso vari
nomi:SumerieVasconi,
tra gli altri, dando origine allaciviltà
megaliticalungo le coste di tuttaEuropa.
A sostegno di ciò Usai afferma che questi popoli hanno lingue semitiche
agglutinanti, una caratteristica "atlantidea"; iBaschiinfatti
hanno figure carnevalesche preistoriche simili a quelle sarde perché
entrambi i popoli "provengono da Atlantide", ossia dal blocco geologico
sardo corso semisommerso: i Joaldun[188],
iMamuthones[189][190][191],
iBoes
e i Merdules. Inoltre i Baschi avrebbero portato la tradizione dei tori
descritta da Platone inTimeoeCrizia,
tori che ad Atlantide erano venerati e rispettati, aPamplonanellaNavarral'uso
dell'Encierro,
che poi è mutata nellacorridaspagnola.
Le implicazioni delle ipotesi di Usai sono anche di tipo linguistico:
l'Indoeuropeo non esisterebbe, ma sarebbe un costrutto linguistico che i
linguisti hanno inventato per spiegare l'effetto delle lingue atlantidee in
tutta Europa[192].
Has the lost city of Atlantis ever been
found? Yes, Atlantis is the sardinian corsican sunken
island.
1. Atlantis was located on an island.
2.The Metropolis of Atlantis had a most distinct geomorphology composed of alternating concentric rings of land and water.
3.On a low hill about 50 stades inland within the capital city itself, an inner citadel was erected to protect the original home of Cleito and Poseidon.
4. Atlantis had hot and cold-water springs, with mineral deposits.
5. Atlantis had red, white and black rocks.
6.Atlantis was located outside the Pillars of Hercules.
7. Atlantis was larger than Libya and Asia combined.
8.Atlantis sheltered a wealthy population with literate, building, mining, metallurgical and navigational skills.
9. The main region of Atlantis lay on a coastal plain, measuring 2.000 x 3.000 stades, surrounded by mountains which rose precipitously high above sea level.
10. The coastal plain of Atlantis faced south and was sheltered from the northern winds.
11. The Atlantes had created a checker-board pattern of canals for irrigation.
12. Atlantis had mineral resources and a rich spectrum of wild and domesticated flora and fauna, including elephants.
13. Atlantis had a high population density, enough to support a large army composed of 1.200.000 men, 10.000 chariots and 1.200 ships.
14. Within the Straits of Gibraltar, Atlantis controlled Libya up to the borders of Egypt and Europe as far as Tyrrhenia (i.e. Italy).
15. The religion of Atlantis involved the sacrifice of bulls.
16. The kings of Atlantis assembled alternatively every 5th and 6th year to consult on matters of mutual interest and it is during those assemblies that they sacrificed bulls.
17. The Metropolis of Atlantis was destroyed by a devastating physical destruction of unprecedented proportions.
18.Earthquakes and floods of extraordinary violence were the precursors of Atlantis' destruction.
19. The Metropolis of Atlantis was swallowed by the sea and vanished under the water, following the occurrence of earthquakes and floods. 20. At the time of its destruction, Atlantis was at war with Athens.
21. Atlantis should have been reachable from Athens by sea.
22. After the destruction of Atlantis, the passage of ships was blocked by shallows due to mud just below the surface, the remains of the sunken island.
23. The Metropolis of Atlantis was destroyed 9000 years before the 6th century BC.
24. No physically or geologically impossible processes were involved in the formation and destruction of the Metropolis of Atlantis, but could not have been responsible for the destruction of a landmass the size of a continent. Also, no physically or geologically impossible processes were involved in the formation of hot water springs and in the formation of red, white and black rocks.
Based on the Paradigma Sardo-Corso Atlantideo (PSCA), here's how the information about Atlantis is interpreted:
1 Was Atlantis located on an island?
Yes, according to the PSCA, Atlantis was located on the geological block known as the Sardinian-Corsican block or island of Sardinia and Corsica. This block was semi-submerged in the prehistoric Atlantic Ocean, which is now the Western Mediterranean.
2 Did the capital metropolis of Atlantis have concentric rings of land and water?
Yes, the PSCA states that the unique geomorphology of Atlantis with concentric rings could refer to the ancient canal system in the Sulcis region of Sardinia. These canals are now buried and unrecognizable, but they once shaped the landscape in a distinctive circular pattern.
3 Was there an inner citadel on a low hill within the capital city?
According to the PSCA, yes, in Teulada, Sant'Anna Arresi, Santadi, Masainas and all the middle land of the Sulcis, in nowaday Sardinia. The Sulcis core is the capital of Atlantis, but buried under the earth.
4 Did Atlantis have hot and cold-water springs with mineral deposits?
Yes, Sardinia is known for its natural hot and cold-water springs with mineral-rich deposits, aligning with the description of Atlantis as having both hot and cold-water springs. In the region of Sulcis, we find several toponymic references that strongly support this connection. For example, Acquacadda (meaning "hot water"), Acquafredda (meaning "cold water"), and S'Acquacallenti de Susu e de Basciu (meaning "upper hot water and lower hot water springs") are all place names that point to the presence of thermal waters in the area. These toponyms are remnants of the ancient Atlantean descriptions, further suggesting that Sulcis, within the Sardo-Corsican block, have been the location of Atlantis, known for its geothermal springs.
5 Did Atlantis have red, white, and black rocks?
Yes, the island of Sardinia boasts a remarkable geological diversity, featuring an array of rocks in vibrant red, white, and black hues, which aligns perfectly with this characteristic of Atlantis. Furthermore, recent archaeological studies at the Nuraghe Miali di Pompu have confirmed that the Nuragic people utilized this rich palette of colors in their constructions. The Nuragics skillfully integrated polychromatic elements into their architecture, creating visually striking structures that reflected their artistic and cultural values. This use of color not only enhanced the aesthetic appeal of their buildings but also indicated a sophisticated understanding of materials and design. The evidence from Nuraghe Miali reinforces the connection between Sardinia’s geological characteristics and the descriptions of Atlantis, suggesting that the vibrant landscape played a significant role in the lives and traditions of its ancient inhabitants.
6 Was Atlantis located outside the Pillars of Hercules?
Recent research by Giorgio Saba has revealed that the Pillars of Hercules are actually situated at the Faraglione Antiche Colonne di Carloforte. Luigi Usai's theory embraces this discovery, asserting its validity. Consequently, the narrow harbor referenced in Platonic texts is identified as the sheltered port between Carloforte and Sant'Antioco. This interpretation supports the idea that Atlantis truly existed beyond the Pillars of Hercules, specifically in the Sardinian-Corsican block, which was partially submerged in the ancient Atlantic Ocean. The connection between Saba's findings and Usai's theory reinforces the notion that the legendary Atlantis may have indeed been located in this historically rich and geologically significant area.
7 Was Atlantis larger than Libya and Asia combined?
In the PSCA, this description can be reinterpreted through Luigi Usai's groundbreaking analysis, which corrects the longstanding interpretation of Herodotus's texts. Usai argues that the terms "Libya" and "Asia" actually refer to Sardinia and Corsica, respectively. This perspective emphasizes the vast influence and size of the Sardinian-Corsican block, including its submerged portions and its control over significant territories in the ancient world. By redefining these geographic references, Usai provides a compelling framework that aligns with the legendary grandeur attributed to Atlantis, suggesting that the island's true extent and importance have been misinterpreted for millennia.
8 Did Atlantis shelter a wealthy, skilled population?
According to the PSCA, the Sardinian-Corsican civilization exhibited advanced skills in building, mining, metallurgy, and navigation. Recent discoveries of ancient glass in Sardinia suggest that this region may be considered a cradle of glassmaking, further highlighting its technological prowess. Additionally, while there are perhaps around one hundred pyramids globally, Sardinia boasts over 7,000 nuraghi, indicating that there may have been thousands of other structures in ancient times that have since been destroyed, collapsed, or dismantled over the millennia. This impressive architectural legacy underscores the complexity and sophistication of the nuragic culture, reinforcing the notion that it harbored a wealthy and skilled population, potentially echoing the grandeur attributed to Atlantis.
9 Was the main region of Atlantis on a coastal plain surrounded by high mountains?
The coastal plain described in Atlantis could correspond to the fertile plains of Sardinia, such as those near Sulcis, surrounded by the island's mountainous regions.
10 Did the coastal plain of Atlantis face south and was sheltered from northern winds?
Yes, the plains in southern Sardinia, particularly the Sulcis region, are oriented southward and are naturally protected by the surrounding mountains, aligning with this description. To the north, strong winds are prevalent, making this area one of the top locations for windsurfing and sailing in Europe, especially between modern-day Corsica and Sardinia. It is likely that the Atlantean population harnessed these winds for prehistoric navigation, enhancing their maritime skills and trade capabilities. This advantageous geography not only supports the notion of a sheltered coastal plain but also suggests a dynamic and skilled seafaring culture in Atlantis.
11 Did Atlantis have a checkerboard pattern of irrigation canals?
According to the PSCA, the irrigation canals of Atlantis are now buried in the Sulcis region, and they likely adhered to a structured, grid-like design for agricultural purposes. Furthermore, evidence from the domus de janas in Sardinia reveals prehistoric frescoes featuring checkerboard patterns, indicating that this distinctive design was indeed known to the Atlantean people in ancient times. This artistic representation suggests a cultural connection to the systematic organization of land and water, reinforcing the idea that the civilization of Atlantis was sophisticated in both its agricultural practices and its artistic expressions. The presence of these patterns not only underscores the ingenuity of the Nuragic culture but also hints at the shared heritage of knowledge and techniques that may have originated from the legendary Atlantis.
12 Did Atlantis have rich mineral resources and a variety of flora and fauna, including elephants?
Yes, Sardinia is known for its abundant mineral resources, particularly in the Sulcis region, which boasts the oldest mines in Europe. This geological wealth suggests that metallurgy may have originated here many millennia earlier than currently recognized in official accounts. Additionally, the region was home to Mammuthus lamarmorae, a species of dwarf mammoth that has been confirmed through at least three official finds across Sardinia. While Plato does not specifically mention elephants in Atlantis, he refers to "the species of elephants," which could certainly encompass the Sardinian dwarf mammoth. This connection highlights the diverse fauna that inhabited the Sardinian-Corsican block in ancient times, further reinforcing the idea that the legendary Atlantis was a land rich in natural resources and biodiversity, supporting a complex and thriving civilization.
13 Did Atlantis have a high population density and a large army?
The PSCA interprets the nuragic civilization as a highly populated and well-organized society, potentially capable of supporting a large military force, though exact numbers may be symbolic.
14 Did Atlantis control territories as far as Libya and Tyrrhenia (Italy)?
According to the PSCA, the Sardinian-Corsican civilization exerted maritime influence throughout the Western Mediterranean, potentially controlling coastal regions of modern Libya and Italy. Notably, Luigi Usai (2024) has demonstrated that "Libya" was a term used by Herodotus to refer to Sardinia. As for Tyrrhenia, it corresponds to what we now recognize as the Villanovan civilization, which later evolved into the Etruscan culture. The Etruscans constructed structures that appear to be an advanced version of the domus de janas, found in both the territory of San Antioco and throughout Sardinia. Furthermore, the Villanovans left behind nuragic-style brooches in Lake Bolsena, providing clear evidence of cultural continuity between these ancient peoples. This rich historical tapestry underscores the idea that the influence of Atlantis extended into these regions, shaping the development of subsequent civilizations.
Did Atlantis’ religion involve the sacrifice of bulls?
Yes, bull worship and sacrifice are closely linked to the nuragic religion, which prominently featured the veneration of the Toro di Luce, believed to enter through the finestra luciferina of the nuraghe. Sardinia is rich in evidence of bull cults, with numerous archaeological sites showcasing this reverence. Recently, a request was submitted to the Museum of Cagliari to dedicate an entire exhibition hall to the cult of the bull in Sardinia, highlighting its significance in the region's ancient religious practices. While there is evidence of bull sacrifices in many archaeological contexts, there has yet to be a comprehensive study focused exclusively on this topic, indicating a need for further exploration and research in this area. This connection between the nuragic culture and bull worship suggests a deep-seated tradition that could align with the sacrificial practices of the legendary Atlantis.
Did the kings of Atlantis gather to sacrifice bulls every 5th and 6th year?
Currently, there is no scientific evidence to conclusively support this claim, and it remains an unresolved aspect of the Atlantis narrative. While ancient texts suggest such rituals may have occurred, the lack of archaeological findings directly corroborating this practice leaves the question open for further research and investigation. Thus, the timing and nature of these potential gatherings and sacrifices continue to be a topic of speculation and require more extensive study to establish their historical validity. Was Atlantis destroyed by a devastating physical event? The PSCA posits that Atlantis was partially submerged due to tectonic and geological processes, such as slab rollback and potentially meltwater pulses, leading to the flooding and eventual destruction of its metropolis. Geologists have long recognized that the Sardinian-Corsican island was partially submerged, a fact documented in geology textbooks worldwide. However, geologists refer to this area as the "Sardinian-Corsican geological block," while Sonchis of Sais addressed it as "Atlantis" when speaking to Solon. This difference in terminology can create significant communication barriers among experts in various fields. Archaeologists, for instance, may perceive "Atlantis" and "Sardinian-Corsican geological block" as referring to entirely different concepts, despite both terms describing the same geographic region. This misunderstanding highlights the need for a more unified dialogue across disciplines to clarify the connections between historical narratives and geological realities.
Were earthquakes and floods the precursors to Atlantis’ destruction?
Yes, according to the PSCA, seismic activity and flooding—possibly linked to slab rollback or a tectonic fault in the Sulcis region—could have triggered the sinking of Atlantis.
Was the Metropolis of Atlantis swallowed by the sea?
The PSCA asserts that part of the Sardinian-Corsican block, including its metropolis in Sulcis, was submerged under the sea due to tectonic and geological shifts. Notably, shells have been discovered at the summits of the Sulcis mountains, providing scientific evidence of the submersion of these elevated landforms. This suggests that the region experienced significant geological changes over time. Moreover, it is likely that multiple submersion events occurred. Sonchis of Sais informed Solon that while the Greeks were aware of only one great flood, there had actually been several, indicating a complex history of geological upheaval that shaped the landscape and contributed to the eventual disappearance of Atlantis beneath the waves. The Universal Flood mentioned in numerous cultures could indeed refer to the partial or total submersion of specific areas within the Sardinian-Corsican block. The peoples who migrated from these lands, such as Atlantis or Aztlan, carried with them the harrowing memory of those who perished in the waters, preserving this historical event as a narrative that was ultimately dismissed and relegated to the status of "myth"—a story that became mythological, a legend, or a fairy tale, as if this catastrophic occurrence had never taken place but is well known by geologists. Furthermore, the presence of a National Security Agency (N.S.A.) military base in Teulada, located in Sulcis, Sardinia, may be connected to the area's historical significance, which could conceal the remains of Atlantis's capital beneath it. This raises the possibility that these archaeological remains have sparked some level of secret cultural or military interest. In Italy, the existence of state secrecy allows for the potential that if anyone in the past had demonstrated the existence of Atlantis, a state secret might have been imposed. This would provide scholars the necessary time to study these artifacts without attracting undue attention. Such measures could help protect the archaeological work from curious onlookers, who might disturb the researchers and pose risks such as looting, destruction of evidence, or contamination of scientific findings. Thus, maintaining a low profile could be crucial for preserving the integrity of this significant historical site.
Was Atlantis at war with Athens at the time of its destruction?
According to Plato’s dialogues, Timaeus and Critias, Atlantis went to war with Athens around 9600 B.C., approximately 11,600 years ago. However, official scientific consensus currently regards these dates as fictional, suggesting that the establishment has not pursued inquiries into this historical claim. This situation implies that if any scholar were to attempt to explore this question and publish a scientific paper, it would likely be dismissed as unscientific, akin to fantasy archaeology. Consequently, contemporary science appears to be resisting the pursuit of knowledge, hindering researchers eager to expand our understanding of history and civilization. This resistance underscores a broader challenge in the academic landscape, where innovative ideas are often met with skepticism rather than open inquiry.
Should Atlantis have been reachable from Athens by sea?
Yes, the PSCA supports the notion that Atlantis was accessible by sea from Athens, considering its position in the western Mediterranean and its advanced maritime capabilities. Significant archaeological discoveries have revealed contact between Atlantis and the Greeks, such as the findings at the Nuraghe Antinori in Sarroch and the Mycenaean camps in Selargius and Bia 'e Palmas. However, these artifacts are often analyzed by highly educated personnel who regard Atlantis as mere mythology, believing that Plato exaggerated its existence. This perspective may lead to a misinterpretation of the scientific and archaeological evidence, ultimately hindering the advancement of knowledge for humanity as a whole. While specialized researchers diligently strive to uphold scholarly standards, there remains a pressing need to reevaluate scientific sources through the lens of a new paradigm that acknowledges the actual existence of Atlantis. Accepting this premise could unlock a more profound understanding of our past and foster a broader exploration of historical narratives.
Was the passage of ships blocked by mud after Atlantis’ destruction?
The PSCA suggests that after the submersion of parts of Atlantis, sediment and geological changes could have made navigation difficult, leaving shallow, muddy waters in the region.
Was Atlantis destroyed 9,000 years before the 6th century BC?
While the exact timeline is debated, the PSCA suggests that the destruction of Atlantis aligns with significant prehistoric geological shifts. In various instances, Sardinian archaeologists have presented bathymetric maps at their conferences, some of which indicate dates around 20,000 years ago. However, these dates can often have an approximation of over 10,000 years, making them less reliable for precise studies. It’s plausible that a specific study, yet to be conducted by professional geologists, could demonstrate that the paleocoasts of the Sardinian-Corsican block coincide with the timeline described by Plato. However, further research is essential to provide a scientifically substantiated answer to this question. Such investigations could help clarify the relationship between geological events and the narrative of Atlantis, offering deeper insights into its historical significance.
Were there no geologically impossible processes involved in Atlantis’ formation and destruction?
According to the PSCA, the formation and destruction of Atlantis, specifically the Sardinian-Corsican block, are grounded in rational and scientific explanations. This theory employs strictly scientific methods, without resorting to paranormal or extraterrestrial phenomena. In essence, when the Sardinian-Corsican island was above water and known as Atlantis, it was home to a warrior civilization that had already initiated the dawn of civilization over 11,600 years ago. Unfortunately, much of this civilization was concentrated along the coasts. When a semi-submergence event occurred, nearly all inhabitants perished. The prehistoric survivors interpreted this calamity as divine punishment for their arrogance, failing to comprehend that it was solely a geological phenomenon. Among them was an "intellectual" who would later explain geological events, as well as the creation of worlds by a Demiurge. Thus, the account in "Timaeus" serves as a geological record detailing the partial submersion of an island, resulting in the collapse of the most advanced human civilization of its time. The surviving populations migrated and recounted, in various forms, their experiences of a "flood" that had "sunk" an island "in the center of the Atlantic Ocean," rather than the Western Mediterranean. This terminology was beyond the reach of cultures such as the Sumerians, Aztecs, Mohave, Hopi, Basques, and others. This narrative illustrates the lasting impact of a geological event that reshaped not only landscapes but also the collective memory of humanity. Currently, the world is not yet ready to embrace this information, as it has historically dismissed the Sardinian and Corsican languages, culture, and civilization as "minority languages." However, after presenting all the evidence, the Sardinian and Corsican peoples emerge as the survivors of the Atlantis catastrophe, making Sardinian and Corsican the post-Atlantean languages. The primordial Atlantean language, in fact, has its roots in the Sardinian-Corsican island. These revelations can be uncomfortable for many political forces, as they challenge prevailing narratives about civilization. There is a tendency in various cultures to want to attribute the origin of civilization to themselves, with significant historical examples, such as Nazi Germany, which sought Atlantis to justify a supposed Aryan superiority, claiming to be direct descendants of the Atlanteans. This struggle for recognition and historical legitimacy is often driven by a need for collective greatness, but it is essential to acknowledge that the Sardinian-Corsican civilization, with its linguistic and cultural traditions, represents a vital part of our shared history that deserves attention and respect.
Version 678
Scientific proof of the existence of the legendary island of Atlantis
In this groundbreaking paper, Luigi Usai
presents the “Official Discovery of
Atlantis,” an in-depth exploration of
the identification of Atlantis within
the Sardinian-Corsican geological block.
Based on a meticulous analysis of
archaeological, linguistic and
historical data, this work offers an
innovative and scientifically grounded
perspective on the lost civilization of
Atlantis, pinpointing its exact location
in the context of the Western
Mediterranean. The paper examines the
geological evidence that supports the
existence of Atlantis in the
Sardinian-Corsican block and analyzes
how Nuragic structures, religious
practices and cultural traditions
provide insight into this ancient
advanced civilization. It highlights the
connections between Nuragic traditions
and Platonic descriptions of Atlantis
and the links to the biblical text,
which turns out to be a text of
Atlantean literature, highlighting the
importance of Sardinia and Corsica as
nerve centers of this historical
culture. Key aspects covered in the
paper include: Archaeological evidence
corroborating the presence of Atlantis
in the Sardinian-Corsican block; the
link between Nuragic practices and
Platonic accounts of Atlantis and the
Bible; the relevance of toponyms and
cultural, warrior and religious
practices in understanding theories
about Atlantis. The “Official Discovery
of Atlantis” not only reveals one of the
most fascinating historical truths, but
also offers new insights into how
ancient Atlantis may have influenced
surrounding civilizations and cultural
traditions in the Mediterranean and
Europe. This work represents a milestone
in the understanding of ancient history
and mythology, with significant
implications for future research.
Keywords: Atlantis, Sardinia, Corsica,
Sardinian-Corsican geological block,
nuragics, archaeology, ancient history,
mythology, Plato (2024-09-05)
Subject
Arts and Humanities; Astronomy and
Astrophysics; Earth and Environmental
Sciences; Engineering; Medicine, Health and
Life Sciences; Social Sciences; Other
This Harvard Dataverse presents the
Sardinian-Corsican Atlantidean Paradigm,
demonstrating a scientific paradigm shift
led by Dr. Luigi Usai. Usai’s innovative
works claim to prove the existence of
Atlantis in the center of the prehistoric
Atlantic Ocean, now recognized as the
Western Mediterranean. His papers detail
this groundbreaking discovery, offering
evidence that redefines ancient history and
the origins of Mediterranean civilizations,
positioning the Sardinian-Corsican
geological block as the remnants of the
legendary Atlantis. These works aim to
reshape scientific understanding of human
history.
Out of Atlantis theory: the PSCA (Paradigma Sardo Corso
Atlantideo) created by the undersigned Dr. Luigi Usai, is
evolving to the point of appearing as a new theory, the Out of
Atlantis Theory: after about 3 and a half years of solitary
studies, the undersigned Luigi Usai is realizing that it almost
seems as if the Atlantean people, who populated the
Sardinian-Corsican geological block and in particular its
paleocoasts, really attempted, as Sonchis of Sais to Solon
states, to invade the entire Mediterranean basin, creating
colonies in Sicily, Malta, Cyprus, Atlit Yam, Lebanon,
Palestine, Mesopotamia, Turkey, Afghanistan and many other lands
such as the Canaries and the Azores, as shown in this
documentation of over 600 pages. It would seem from my research
that Indo-European is the name that linguists have given to
Atlantean: a swarm of languages and dialectal variants created
in the Sardinian-Corsican geological block and spoken by the
populations that lived there, who then invaded the Sea
forcefully, conquering what they could and exporting obsidian,
culture and the vowel U typical of Atlantean languages
throughout the Mediterranean, particularly in toponymy,
onomastics and local dialects. Customs and traditions are so
rooted that today it is impossible to recognize the original
proximity of the Panada of Assemini with the Panades made by the
Turkish peoples. Everyone is convinced that they invented that
type of food. The same thing happens with the Atlantean and
post-Atlantean export (that is, after Atlantis was
semi-submerged and its two plateaus, Sardinia and Corsica,
remained out of the sea to look like isolated islands) of cheese
with worms, which in Sardinia today is called Casu Marzu (Rotten
Cheese), while in the colonies in France and other places in
Europe this cheese with worms underwent modifications and
developments, as happens with linguistic mutations, and for
example in France the Atlantean Casu Marzu is made with mites
instead of cheese worms. In short, the Atlantean uses and
customs changed, adapting to the colonies: another example for
sociologists and anthropologists are the Atlantean masks of the
Mammuthones which in the Basque Country, of Atlantean origin,
are called Joaldùn, but are originally from Atlantis. The Basque
linguist Eduardo Blasco Ferrer or perhaps another colleague of
his thought that Sardinian derived from Basque, but it is
exactly the opposite: the Basques were an Atlantean colony, who
therefore spoke our language and maintained it, changing it:
which explains the toponyms of rivers such as Arantza and
Arrexi, which in Sardinian mean Orange and Root. The other
hundreds of examples are already ready, studied by world-famous
linguists, so the writer Luigi Usai does not need to prove a
damn thing: everything has already been demonstrated by
Salvatore Dedola, Blasco Ferrer and many other scholars.
Back to the beginning: to explain the missing civilization of
the Atlanteans of the Sardinian-Corsican geological block,
linguistics invented Indo-European. I hope I have done a favor
to Science and the Human population. Bye.
The most convincing scientific evidence for the existence of
Atlantis has been presented by Dr. Luigi Usai, who has
reinterpreted the legendary story in the light of
archaeological, geological, geographical, linguistic,
historical, oceanographic, onomastic and toponymic evidence.
Here is a summary of the main evidence:
0. Libya and Asia are Sardinia and Corsica
Libya and Asia are Sardinia and Corsica.
Scientific sources:
Herodotus, Histories, IV
Timeo, Platone
Critias, Plato
Diodorus Siculus 5.20
Atlantis was larger than Libya and Asia combined, that is,
Atlantis was larger than Sardinia and Corsica combined.
1. Catastrophic Event
Usai identifies the catastrophic event described by Plato as the
semi-submersion of the Sardinian-Corsican geological block,
which occurred approximately 11,600 years ago.
2. Pillars of Hercules
The ancient Pillars of Hercules were located in Carloforte by
Prof. Giorgio Saba, suggesting a different geographical
interpretation than Gibraltar. Luigi Usai uses Saba's discovery
of the Pillars of Hercules in Carloforte in his research. The
scientific world is therefore wrong when it states that the
Pillars of Hercules were in Gibraltar: no, before Gibraltar they
were in Carloforte, and they are still there.
3. Elephant Remains
Mammoth skeletons have been found in Sardinia, confirming the
presence of large fauna, similar to what was described for
Atlantis. When Plato states that “in Atlantis there was the
species of elephants” he was therefore talking about the
Mammuthus Lamarmorai.
4. Monumental Constructions
The presence of over 7,000 nuraghe in Sardinia and Corsica
reflects Atlantean-type construction techniques, as do the Domus
De Janas, the Tombs of the Giants, Dolmens, Menhirs, Sacred
Wells etc.
5. Toponymy and Idronymy
The capital of Atlantis, identified with Sulcis, is associated
with numerous place names with references to water, suggesting
an environment rich in water resources. Acquacadda, Acquafredda,
Acqua Callentis, S'Acqua callenti de susu e de Baxiu; Is Sais
Superiore e Inferiore in Narcao refer to Sais in Egypt, and Sais
is even a Sardinian surname. Acqua and Acquas are Sardinian
surnames. In Atlantis there were legumes, and in fact a place is
called Nuxis, which means Walnuts, a clear reference to a type
of legume. It is incredible how after 11,600 years the toponymy
of Sulcis is still full of references to the myth of Atlantis.
It has been an authentic miracle that up to now these toponyms
have not been changed, or that all these references have been
left. In Domusnovas there remains Monte Acqua. The Nuragic wells
are proof that the theme of water was sacred to the
Atlantean-Nuragic people, to the point that at least one nuraghe
was even built directly above a sacred well.
6. Warrior People
Numerous archaeological finds, including bronzes of warriors,
indicate a warlike culture similar to that described by Plato.
Bronzes of archers, boxers, wrestlers, warriors. Then the
discoveries of Mont'E' Prama: the oldest statuary in the
Mediterranean once again features boxers, warriors, archers...
in short, the Atlanteans were a warlike people.
7. Geographical Measures
The plain of Atlantis, described by Critias, corresponds to the
dimensions of the Sardinian-Corsican block, with a length of
approximately 555 kilometers.
8. Archaeological Discoveries
Human remains dating back to about 11,000 years ago have been
found in Sardinia, suggesting a temporal connection with the
alleged war between Atlantis and Greece. In the Lanaittu cave,
remains from 20,000 years ago have been found, long before the
fight between Sardinian-Corsican Atlantis and the First Athens
(for which we have no historical or archaeological sources at
the moment). In fact, Atlantis was ancient for the ancients.
9. Ancient Mines
The Sulcis mines, among the oldest in Europe, attest to the
mineral wealth that may have been present in Atlantis.
Orichalcum has also been found near Gela, where it is kept in
the museum. Orichalcum exists, it is not a fairy tale. Perhaps
it was transported from Atlantis to other places. Now, however,
it is necessary to recheck the datings, which scientists may
have made a mistake in good faith.
10. Military Interests
The installation of NSA military bases in the region raises
questions about possible strategic interests related to the
history of Atlantis. These evidences suggest that Atlantis is
not just a myth, but may have had a concrete historical basis in
the Sardinian-Corsican bloc, requiring further studies to fully
explore its historical importance.
1.
Ancient Geography Revisited
If
Libya and Asia were reinterpreted as Sardinia and Corsica, the
geography described by Herodotus and other ancient historians would
change radically. Herodotus describes Libya as a vast region south
of the Mediterranean, corresponding to modern-day Africa. This
reinterpretation would require a complete revision of ancient maps
and navigation routes. Descriptions of distant and mysterious lands
would become references to well-known islands in the western
Mediterranean.
2.
Reconsideration of Nautical Enterprises
The
Phoenician circumnavigation of Africa, as described by Herodotus,
would be reinterpreted as a voyage around Sardinia and Corsica. This
would significantly reduce the scope and difficulty of the
undertaking, changing our perception of the Phoenicians' nautical
capabilities. Instead of an epic crossing of a continent, it would
be a relatively short voyage and well within the nautical
capabilities of the time.
3.
Cultural and Political Implications
The
reinterpretation of regions could influence our understanding of
cultural and political interactions between ancient civilizations.
For example, the relations between Egypt and the surrounding regions
would be seen in a new light, with Sardinia and Corsica assuming a
central role in the dynamics of the ancient Mediterranean. This
could lead to a reassessment of the alliances, conflicts and
cultural exchanges between these civilizations.
4.
New Perspectives on Economic History
The
trade routes and natural resources of the reinterpreted regions
would have a different impact on economic history. Sardinia and
Corsica, known for their mineral resources, could be seen as more
important economic centers than previously thought. This could lead
to a new understanding of ancient trade and regional economies.
5.
Review of Historical Sources
Accepting this reinterpretation would require a critical review of
historical sources. Scholars should reanalyze ancient texts with
this new perspective, seeking further evidence to support or refute
these theories. This could lead to new discoveries or greater
understanding of the intentions and knowledge of ancient historians.
These
are just some of the consequences that could arise from accepting
this reinterpretation. However, it is important to emphasize that
such theories are highly speculative and not widely accepted in the
academic community.
If
you have any other questions or would like to dig deeper, let me
know!
:
Herodotus, Histories,
Book IV. : Pliny the Elder, Naturalis
Historia,
Book VI. : Pausanias, Description
of Greece,
Book I.
These
historical sources are essential to understanding the idea that the
Phoenicians, known for their nautical skills, could have completed a
circumnavigation of Africa in ancient times.
Note from Luigi Usai in first person:
I
have submitted a typescript of approximately 550 pages on the
discovery of Atlantis to Scientific Reports so that scientists
can peer review it.
I
attach a demonstration image for scientists: at the moment I
have been asked to PAY to make the publication. It is right that
those who work on the text should be paid. But is it right that
the discoverer of Atlantis should pay to let the world know the
truth he discovered?
For this reason, for now, I will not pay.The
text of my discoveries, even if not exactly identical, is
published online and dismembered in a sort of Dionysian
sparagmòs online.However,
at the moment it is possible to reconstruct my ideas, even if
with the days, months and years they are being improved a lot
and I have incredible insights, which leave even myself
astonished.I
refuse to pay to tell the world what Atlantis is: it is the
reverse, I SHOULD BE PAID TO TELL IT. WE ARE THEREFORE FACED
WITH A PARADOX, AN OXYMORON.
In fact, I am already paying to keep this website up and
running, and this is also not right. I am giving a wonderful
gift to the world by revealing all this information that no one
has ever understood before. I think it is right that society
pays me homage and honor for what I am doing.
Luigi Usai says that the Bible is an Atlantean text. Why?
Luigi Usai claims that the Bible is an Atlantean
text for several reasons related to his
interpretation of ancient texts and the connection
between the history of Atlantis and religious
traditions. According to Usai, Atlantis is the
Sardinian-Corsican geological block, so many of the
myths and stories in the Bible are the story of the
religion, myth and culture of Atlantis; after the
semi-submersion, two plateaus remained of Atlantis
above the surface of the water, and we call them
Sardinia and Corsica: therefore, perhaps the
mountaineers and shepherds and cattlemen survived
from Atlantis, exactly as Sonchis of Sais told
Solon.Usai suggests that the Bible,
especially in its stories of catastrophes and
ancient peoples, reflects the collective memory of
historical events related to the disappearance of
Atlantis. Furthermore, he believes that the biblical
texts contain elements that speak of advanced
civilizations and lost knowledge, similar to those
described by Plato regarding Atlantis.In
this context, Usai tries to demonstrate that the
Bible is not only a religious text, but also a
historical document that could contain information
about the culture and society of Atlantis,
suggesting that religious and mythological
traditions have mutual influences and that the Bible
can be seen as a legacy of that lost civilization.
Until now we have not understood exactly what the
text of the Bible contained. Luigi Usai makes a new
biblical exegesis, showing how the text actually
speaks of the warrior people of the ISRI, or the
WRESTLER. Jacob is renamed ISRAEL, ISRI – EL,
WRESTLING with GOD, because “he had wrestled with
God” (this story is present in the Bible). Here is
the theme of the fight that returns: why? If the God
of the Bible is the God of peace and love why does
the concept of fight and war always return?Why
is the oldest piece of poetry in the Bible the story
of LAMECH who tells IN POETRY that he killed a
person?Poetize
a murder? In the Bible?Why,
in oral tradition, does LAMECH, having become blind
and led by a child by mistake, kill Cain and when he
discovers it, KILLS THE CHILD?Because
the Bible is the story of the Atlantean people,
violent and warlike,in
their passage from the Sardinian-Corsican geological
block to the East, through migrations and mixings of
the Atlantean and Sardinian-Corsican peoples with
the Eastern and later Egyptian peoples, not of the
Jewish people as we understand them today, an
isolated and autonomous whole.The
Jewish people come from the Atlantean block
currently semi-submerged in the Mediterranean.We
have examples of Atlantean onomastics and toponymy
also in Sardinia in the town of ISILI. Let us
remember that the Atlantean languages are Semitic,
so they were not originally vocalized.Luigi
Usai claims that the Bible is an Atlantean text
based on a series of personal interpretations of the
scriptures and on his theory that Atlantis was the
Sardinian-Corsican geological block, partially
submerged in the western Mediterranean. Usai
believes that many of the biblical stories, such as
the Great Flood or the narratives about ancient
peoples, are actually references to the Atlantean
civilization and the catastrophic events that led to
the disappearance of Atlantis. He suggests that the
Bible, in this context, is not only a religious
document, but also a historical text that transmits
the memory of a lost civilization.
Usai develops his theory by arguing that many of the
elements and myths described in the Bible, such as
the figure of Jacob renamed “Israel” (which he
interprets as “wrestler with God”), reflect themes
of struggle and war, which would be characteristic
of the Atlantean culture. Furthermore, he links the
Bible to the cult of the bull, an element that he
considers central to the Sardinian-Atlantean
culture, finding traces of this cult in various
archaeological and toponymic representations in
Sardinia.
Usai extends his theory by linking Sardinian
onomastics and toponymy to terms and places that he
considers to be of Atlantean origin, suggesting that
the languages spoken by this civilization were
Semitic and not vocalized. He interprets the
disappearance of Atlantis as a real historical
event, caused by the rise in sea levels, which would
have led to the migration of its inhabitants to
other regions of the Mediterranean and beyond,
giving rise to peoples such as the Sumerians, the
Basques, the Hebrews and the Guanches.
In summary, Luigi Usai proposes that the Bible
contains traces of the culture and history of
Sardinian-Corsican Atlantis, seeing in it a document
that, if reinterpreted in the light of his theories,
could reveal the true nature and events of this lost
civilization.
Introduction to the official discovery of the
legendary island of Atlantis
Oh
you who are in a small boat,
eager to listen, followed
behind my boat that passes by singing,
come back to review your arguments:
don't go out to sea, because perhaps,
if you lost me, you would remain lost.
The water I take has never been run;
Minerva breathes, and leads me Apollo,
and nine Muses show me the Bears. (Dante
Alighieri)
Atlantis
is the semi-submerged Sardinian-Corsican geological block, namely
Haou-Nebout, namely Meropide, CyrneIchnusa:
it can be seen perfectly by measuring the semi-submerged
Sardinian-Corsican geological block and its paleocoasts, today called
the Sardinian-Corsican continental platform. The elephant species were
the Mammuthus Lamarmorai. The mud that surrounded the island? Caused by
the erosion of the Sardinian-Corsican continental platform by millennia
of undertow. The largest island of all? It's true, the
Sardinian-Corsican geological block is larger than Sicily. Were there
the oldest ancient people? It's true, the Sardinians apparently have
always been. Rich in minerals? The Sulcis mines are the oldest in
Europe. Is there archaeological evidence that it is Atlantis? Yes, the
Sardinian-Corsican geological block has the highest archaeological
density in the world. Were they tower builders? Yes, the
Sardinian-Corsican Atlanteans built over 7,000 towers called Nuraghes.
Were there white, red and black stones? True, obsidian black Sardinian
stone from Monte Arci traded throughout Europe, there is scientific
evidence in literature; Red rocks from Arbatax and Carloforte; white
rocks? Everywhere in Sardinia.
Sardinia
is not Atlantis, but only a plateau that emerges from the water, and
that sailors interpreted as an island because they did not have
bathymetric software to see clearly what was under the sea. The Meropide
is a work that talks about the Sardinian-Corsican geological block, but
the term Meropide was used instead of Atlantis.
Atlantis
has been found. The capital is Sulcis. Atlantis is the
Sardinian-Corsican geological block semi-submerged in the Atlantic Ocean
thousands of years ago that today is called the Western Mediterranean.
Online
you can find all the explanations: it's right, finally Atlantis has been
found, and it shows how the peoples who inhabited the currently
submerged Sardinian-Corsican continental shelf migrated to other places,
thus creating the myth of the Great Flood and founding new colonies,
which today we call Sumerians, Basques and Jews. These three peoples,
and perhaps many others (for example those of Gobekli Tepe or the
Guanches), are peoples who migrated from the Sardinian-Corsican block
when they realized that it was about to be submerged by the constant
rise in sea level, called the eustatic level, which had an excursion
between 120 and 140 meters, submerging the paleocoasts of Atlantis. The
Aztec people came from a sinking island in the Atlantic Ocean: but by
Atlantic Ocean they meant the current Western Mediterranean, as already
explained, so everything fits perfectly: the Aztecs were an Atlantean
migration from the Corsican Sardinian geological block before it was
submerged forever, making the world forget that what had happened was
true!
In fact,
the migrated peoples, like the Sumerians, had their own language and
writing, generally of a Semitic nature, and were experts in channeling
because this was an Atlantean ability, like that of the Minoans, another
Sardinian-Corsican-Atlantean migration, which explains why they were
such an advanced people.
The
peoples of the sea are therefore the peoples who had migrated from
Sardinian-Corsican Atlantis to the rest of the world, probably even the
Guanches.
The
Sardinian-Corsican block is a fragment of continental lithosphere that
includes Sardinia, Corsica and their continental platforms. Obsidian, a
black stone of volcanic origin, is a natural element often defined as a
symbol of Nuragic and pre-Nuragic Sardinia: therefore Nuragic means
Atlantean! The term Nuragic was in fact invented from scratch by
Giovanni Lilliu, because in his time Atlantis was a legend, and no
serious scholar would have believed him if he had said something similar
(if he had ever noticed).
There is
genetic, tectonic, archaeological, hydrographic, geological,
geographical, paleontological, phonological, onomastic, toponymic and
linguistic evidence for the existence of Atlantis, which will be listed
below on this page.
The text
will be endlessly corrected, in an attempt to create a readable text for
the Scientific Community.
July 18,
2023: I
thought I had located the exact position of the Pillars of Hercules,
instead (correction of 06/08/2023) I discovered that this information
had already been publishedby
Professor Giorgio Saba, author of the text: “Excuse me, where is Hades?
Hypotheses on the ancient history of Sardinia”.
I contacted Professor Pierluigi Montalbano to communicate my potential
discovery, and he informed me that this information had already been
discovered and published, even though I had never heard of it before.
Congratulations to Professor Giorgio Saba, official discoverer of the
Pillars of Hercules of Carloforte.
The Dear
Professor Giorgio Saba has found the realPillars
of Hercules:
they are the Faraglione Antiche Colonne of Carloforte, on the Island of
San Pietro, in Sardinia (Italy); his discovery is described in the text
“Scusi,
dov'è l'Ade? Ipoesi sulla storia antica della Sardegna”.
Official
congratulations!
Sulcis is
the capital of Atlantis;
Atlantis
is not Sardinia: Atlantis is the Sardinian-Corsican geological block
partially submerged for reasons yet to be ascertained; Sardinia is only
a plateau of emerged land of the semi-submerged island of Atlantis. When
the island was semi-submerged, what remained above water was then known
as Sardinia and Corsica. Corsica was the mountainous part north of
Atlantis.
There is
evidence of a submersion, which occurred on a date yet to be determined;
Solon
mentions the length of the plain of Atlantis, which converted into km is
555 kilometers long, and this measurement coincides incredibly with the
dimensions of the submerged Sardinian-Corsican geological block. This is
a very interesting detail, because Plato could not have known this
measurement since the Sardinian-Corsican block is submerged under the
Mediterranean, so this coincidence of measurements is impressive.
According to Plato's descriptions given in Timaeus and Critias, the
plain of Atlantis was 3,000 stadia long, which converted into kilometers
corresponds to about 555 km. This measurement coincides surprisingly
with the dimensions of the submerged Sardinian-Corsican geological
block. This coincidence provides a further clue that supports Luigi
Usai's theory according to which Atlantis could have been the
Sardinian-Corsican block.
These
sources provide detailed information on the spread of Sardinian
obsidian, particularly that from Monte Arci in Sardinia, which travelled
for hundreds of kilometres starting from the Early Neolithic1.
As can be seen from these sources, not only were there white, red and
black stones in Atlantis, but there was even a huge trade in black
stones, or obsidian, throughout Europe, and we have a lot of documented
evidence from scientists and archaeologists who have dedicated part of
their lives to this study, allowing us now to have certain and
documented evidence of the use of black stones by the Sardinian-Corsican
Atlantean people.
New
discovery in the Mediterranean:
https://www.ilmessaggero.it/social/capri_scoperta_ossidiana_mare_subacquei-7769811.html
blocks of
very precious obsidian discovered at the bottom of the sea: «Lost by a
Neolithic ship»: all the information seems to slowly converge towards a
confirmation of what I stated on this website, a bit like all the
information converged with the theory of plate tectonics, and all the
new discoveries seemed to confirm the theory, which at first seemed
absurd, and later turned out to be true and scientifically founded.
Entry
made with the help of Artificial Intelligence, to be rewritten and
corrected: there is a lot of evidence of the cult of the bull; among the
many, the toponymic presence of the Isola del Toro, the Isola della
Vacca; the cult of the bull at the temple of Matzanni; the discovery of
many ritual bull heads. I will slowly collect all this evidence in this
list entry.
There is
evidence of the cult of the bull in Sardinia. One of the most important
is the presence of bucrania, or bovine protomes, representing the horns
of the bull, on many archaeological sites of the island.This
symbol is one of the most prolific and long-lasting on the island,
continuing during the Chalcolithic until the Bronze Age when the horns
of the bull are depicted in relief on the Nuragic tombs1.
The representation of bulls as sacred animals is extremely ancient and
deeply rooted in the collective unconscious. By
15,000 BC, aurochs (the ancestor of our contemporary bulls) were painted
in relief in the Lascaux caves, featured in the famous Hall of the Bulls1. Bull
worship spread throughout the Mediterranean during the Late
Chalcolithic, presumably transmitted via sailors on trade routes1.
The bull
was the most present, if not exclusive, animal in the art and religion
of Neolithic Sardinia. In a stone amulet found in Bau Porcus, the
importance and thaumaturgical value of the bull symbol engraved on it is
evident, with the oval-shaped head surmounted by crescent horns, as well
as in the bovine protomes sculpted in the hypogeum of Sa Londra in
Alghero, both ascribed to the Ozieri culture. From the locality of
Bingia Eccia, near Dolianova, comes a tetrapod limestone plate with bull
protomes. In the caves of Monte Majore and Sa Ucca 'e su Tintirriolu,
four fragments of vases dating back to the beginning of the third
millennium BC were found, depicting the bull in the shape of a crescent
moon, or with a trapezoidal head widened at the nostrils, or with a
bull's head, the latter being consistently present in Anghelu Ruju, in
the Cagliari area, painted on the architraves of the tombs. But the
bull's heads are found, sculpted or painted, isolated or in pairs, in
numerous domus de janas (tombs dug into the rock usually grouped
together in necropolises) scattered throughout the Sardinian territory,
as a magical and protective symbol of the burials. Not to mention the
small bronzes of Sardinian warriors with helmets adorned with horns,
sometimes placed vertically, sometimes horizontally. It seems strange
that an animal like the bull, so useful in the daily reality of
agricultural civilization and at the same time so sacred as to
constitute almost a union between the animal and divine nature, was
depicted only with the signs of the head and horns instead of the entire
body. But this way of offering a part of the animal in a symbolic image
is certainly not due to the poor ability of the proto-Sardinian
Neolithic craftsman, but rather to a kind of "representation rule" based
on ideas and beliefs that acted as a rule for the development of the
most remote artistic and religious system of Sardinia. To the long list
pertinent to the importance of the bull in Sardinia we can add that
according to some scholars in the shape of the "Giants' Tombs" another
taurine symbol could be highlighted: from the large central granite
stele in fact branch off two semicircular arms made up of slabs stuck
into the ground that would reproduce the shape of the bull's horns.
After the very long period of human history dedicated exclusively to
hunting and gathering, we must go back to the rise of pastoral and
agricultural civilizations to better understand the meaning of these
symbols. In fact, it was the moon that attracted the attention of
prehistoric men with its cycles. Our satellite was considered the
“personification” of Mother Earth in the sky for its manifest influence
on the growth of plants and the outcome of the crops. The waxing and
waning phases of its “quarters” reminded ancient populations of the
periods of fertility and pregnancy of women.In this sense the Bull-Moon
God embodied male fertility also linked to agrarian fertility. The bull
has an important symbolic meaning both in the culture of ancient Egypt
and in that of ancient Sardinia.
In
Egypt,
the Apis bull was worshipped as a deity, especially in Memphis. Its
cult is documented as early as the 2nd Dynasty, and some think it
may date back to the 1st Dynasty. The figure of the bull may have
been transmitted to the Egyptians in prehistoric times, a theory
that requires further study.
In
the culture of Ozieri in Sardinia,
the bull or ox was symbolically linked to male fertility and
agrarian fecundity. This belief was central to the Copper and Bronze
Age civilizations. Taurine symbolism was connected with maternal
(and lunar) and paternal (and solar) symbolism.
The Bull God in Sardinia:
Giovanni Lilliu describes the cult of the bull in Sardinia,
noting the importance of the ox as a partner of the Mother
Goddess and protector of the living and the dead. Its aniconic
manifestations included large pointed upright stones (menhirs)
and bull protomes in underground tombs.
Possible connection between the two cultures:
Although there are intriguing parallels between the bull cults in
the two regions, there is no direct evidence of a mutual connection
or influence. Bull symbolism was common to many ancient cultures, so
the similarities could be coincidental or the result of cultural
convergence.
In
conclusion, bull worship is a fascinating feature of both Egyptian and
Sardinian culture, and the similarities between the two may suggest
universal themes related to agriculture, fertility, and power. Further
research may clarify whether there is a direct connection between these
religious practices.
The
catastrophe mentioned by Plato was probably the geological phenomenon of
partial submersion of the Sardinian-Corsican-Atlantean block,perhapscaused
by the Slab Roll-Back, by the possible presence of a tectonic fault that
passes under Sulcis and continues, on one side towards Gibraltar and on
the other towards Pompeii and Herculaneum, and visible using the
satellite and bathymetric map of Google Maps, freely available online.
Furthermore, in that historical period the Meltwater Pulses also
occurred. The era in which the Sardinian-Corsican block was called
Atlantis was therefore before 9600 BC. The mud caused by marine erosion
and currents made it impossible to sail along the coast of the island,
so probably for some centuries the island remained unreachable, thus
contributing to making people forget the power of this warlike ancient
people. Atlantis has a north-south orientation, as stated by Plato. The
northern part is rich in excellent winds for sailing, and in fact
between Corsica and Sardinia there is one of the best sailing schools in
Europe. The euhemeristic vision was correct: Poseidon was an ancient
ruler of the Sardinian-Corsican island when it was still land, later
deified. If all this is correct, it means that in the dispute between
catastrophists and evolutionists, in relation to the Atlantean themes,
the catastrophists were right. At the present time, however, it was not
yet clear which of the two factions could be right.
Why are
there no archaeological or historical traces of such an advanced and
powerful civilization in the Sardinian-Corsican block? Because the
population particularly preyed on marine resources, like the two
individuals found at the rock shelter Su Carroppu di Sirri, and to do so
they lived on the Atlantean paleocoasts, today called the
Sardinian-Corsican Continental Platform. Part of the civilization and
population that were located on the paleocoasts were submerged and then
swept away by about eleven thousand six hundred years of marine
currents, which transformed the paleocoasts into the continental
platform that now surrounds the Sardinian-Corsican geological block.
Furthermore, we know from experience that over the years sedimentary
deposits are stratified: for example, the Roman remains of about two
thousand years ago are potentially found under a few meters of sediment
and debris. Therefore, strictly speaking, if a scholar wanted to find
the sedimentary layers that contain the remains of the Atlantean
civilization, he should do a stratigraphic study that reaches the
stratigraphy of 9600 BC, that is, the layer of about 11,600 years ago.
The rock shelter Su Carroppu has returned the DNA of two out of three
individuals, of a population with DNA almost entirely different from the
DNA of the population that subsequently colonized the island of Sardinia
three thousand years later. Therefore, we can temporarily hypothesize
that the two individuals analyzed at Su Carroppu di Sirri are of the
Atlantean population. From this hypothesis, it can be deduced that the
Atlanteans, in addition to preying on marine resources and living on the
paleocoasts, lived in caves or rock shelters. In Sulcis there are
several very ancient caves: the caves of Is Zuddas; the cave of
Acquacadda; and other caves that I am not able to list at the moment,
but that could slowly be added to this list. Therefore, in order to
disprove my theory, it would be enough to carry out stratigraphic
analyses in these caves, to demonstrate that they were not inhabited in
9600 BC or earlier. In fact, Plato states that the Atlantean catastrophe
dates back to nine thousand years before Solon's trip to Sais in Egypt,
and this trip took place around 590 BC. From these statements, we can
also answer another very important question, reported below. If the
Atlantean civilization was so advanced and powerful, as Plato says, it
should have left traces also on the mainland, not only on the
paleocoasts. And in fact, in my opinion, it left traces in the caves
around the Atlantean plateau that now emerges from the sea and that was
called, by our civilization, by the name of Sardinia. In fact, in the
Lanaittu cave, remains from around 20,000 years ago were found, and this
is perfectly consistent with the theory of the Sardinian-Corsican
Atlantis. Atlantis was inhabited even 20,000 years ago. In fact, at the
present time it seems that Sardinia was inhabited since at least 300.000
years ago. That is why Plato says it was “ancient to the ancients”. And
that would also be the reason why the priest of the goddess Neith in
Sais told Solon that the Greeks were never old, they were young, and
that their mythology was very similar to children's fairy tales. The
priest was trying to explain to Solon that the Greeks had lost the
memory of what happened between the Sardinian-Corsican Atlantis and the
first Athens, because the survivors were not literate and could not
write and pass on the memory of what happened around 9600 BC. Everything
stated is consistent, as a correct scientific theory should be. So the
traces of the Atlanteans, equipped with different DNA already classified
by the archaeogenetic studies carried out by the Department of
Prehistory of the University of Cagliari together with the University of
Florence and Ferrara and published in Scientific Report, must be sought
in the rock shelters of all Sardinia and Corsica and in the caves
scattered on these two islands, which in reality are plateaus emerged
from the sea of the underlying island of Atlantis. Atlantis was one of
the names that the Egyptians gave to this island, which in the walls of
the temple of Edfu in Egypt is also called Trampling Island, War Island,
Peace Island, Egg Island etc. By rereading and analyzing the texts of
the temple of Edfu in this key, it is possible to obtain new information
on Atlantis and its origins, which seem to be rooted in Egyptian
mythology.It is possible to gain new information about Atlantis and its
origins, which appear to be rooted in Egyptian mythology.It is possible
to gain new information about Atlantis and its origins, which appear to
be rooted in Egyptian mythology.
Plato
describes Atlantis as an island larger than Libya and Asia together:
this is very possible, since at the moment we do not know what the exact
size of Libya and Asia was in 9600 BC. So we could proceed with a
reverse reasoning: assuming that Plato reported authentic and truthful
Egyptian sources, we can therefore deduce that in 9600 BC Libya and Asia
were two geographical areas that covered a geographical area smaller
than that covered by the Sardinian-Corsican geological block currently
submerged under the Mediterranean. Furthermore, Libya in 9600 BC may not
correspond at all with current Libya nor with the concept of "Africa".
Indeed, the discoveries made by Luigi Usai in Birsa Bank, El Haouaria
Bank, in the Sicily-Malta Iblean carbonate continental platform, flanked
by the Sicily-Malta Escarpment, show vast territories currently unknown
to archaeology and official history, so the Scientific Community still
has to clarify what disappeared civilizations they are, whether they are
actually submerged buildings and cities; which civilizations they are;
why they are submerged; when they were submerged, because of which
events. In short, the new discoveries on the Mediterranean seabed open
up extremely interesting and innovative scenarios.
There is
a great deal of evidence of the existence of Atlantis in the
Sardinian-Corsican block:Sardinian
archaeologists have stopped to analyze the stratigraphy up to the
Nuragic; at the present time it would seem that no one has excavated up
to the stratigraphic layers of 9600 BC, thus making it impossible to
have archaeological evidence, which therefore has never been sought, as
the Sardinian academic world, in its almost total entirety, believed
that Atlantis was the fruit of Plato's imagination, as various
archaeologists affirm in many videos and texts published online, for
example at the Seminar called "Sa Mesa Archeotunda".
The
evidence of the existence of canals is very strong: in fact there is a
canal-port like the one described for Atlantis, and it is the Canal Port
of Cagliari; the geography and even the geology of Sulcis show, in an
analysis of satellite images, a trend of concentric circles or sections
of circles; the geography of the center of Sulcis coincides with
Platonic descriptions: sacred woods (even today a good part of Sulcis is
made up of woods and natural parks considered so precious that they have
been made protected areas by the European Union, and this may be a
reason why excavations and core sampling studies have not been carried
out to verify the possible presence of underground archaeological
finds).
Atlantis
was very rich in minerals: and it still is today, let's imagine how it
must have been over 11,600 years ago! The mines of Sulcis are famous
throughout Europe, they have a very ancient history and tradition, well
known to geologists from all over the world and that does not need to be
emphasized further. In Furtei there is still a gold mine that allowed
gold to be extracted even a few decades ago; this suggests that in
prehistoric times the mine could have been very rich in gold raw
material. In Sardinia there are even minerals that are unique in the
world, for example Ichnusaite, which takes its name fromIchnussa,
the ancient name of Sardinia.
In
Plato's story of Atlantis, a plain adjacent to the city is described
that had a perimeter of 2,000 x 3,000 stadia (385 x 580 km or 240 x 360
miles). A stadia is about 185 meters, so the plain had a perimeter of
about 370 x 555 km. These are exactly the height and width dimensions of
the submerged Corsican Sardinian geological block. This implies that in
the past the Atlantean Corsican Sardinians had already managed to
measure the exact extension of the island before it ended up submerged
under the sea, or if you like, under the Atlantic Ocean, that is, the
current Sea of Corsica and Sardinia. The dimension taken in a
north-south direction of the currently semi-submerged Corsican Sardinian
block is exactly 555 kilometers, and this precision is impressive, and
the fact that the dimension is so precise cannot be a coincidence:
otherwise on this page hundreds and hundreds of "coincidences" are
listed. These are not coincidences, but facts.
Lake
Tritonis is the sum of the Lakes, Lagoons and Ponds of Cagliari,
Assemini, Elmas, Capoterra, Quartu, Molentargius, Stagno Conti Vecchi;
it is yet to be determined whether the submergence of the
Sardinian-Corsican block has modified the original dimensions of this
lake believed to be mythological for millennia; I will analyze the
sources slowly, trying to make sense of the ancient texts.
Herodotus, Histories 4. 180 (Godley translation) (Greek historian 5th
century BC):
I cannot
say; but I suppose the armor was Egyptian; for I maintain that the
Greeks took their shield and helmet from Egypt. As for Athena, they say
she was the daughter of Poseidon and Lake Tritonis, and that, for some
reason angry with her father, she gave herself to Zeus, who made her his
daughter. This is their story. The relations between men and women are
promiscuous; they do not live together but have relations like cattle.
When a woman's child is well grown, the men gather together within three
months, and the child is judged to be the man he most resembles.” This
is their story. The relations between men and women are promiscuous;
they do not cohabit but have intercourse like cattle. When a woman's
child is well grown, the men gather together within three months, and
the child is judged to be the man he most resembles.” Pseudo-Apollodorus,
Bibliotheca 3. 144 (Aldrich translation) (Greek mythographer 2nd AD):
“They say
that after Athena was born, she was raised by Triton [and presumably
Tritonis], who had a daughter named Pallas. Both girls cultivated
military life, which once brought them into a contentious dispute. When
Pallas was about to strike Athena, Zeus held out his aegis in a shadowy
manner, so that she looked up to protect herself, and so she was wounded
by Athena and fell. had happened to Pallas, Athena made a wooden image
of her, and around her breast she tied the aegis that had frightened
her, and placed the statue beside Zeus and paid him honor.”Apollonius
Rhodius, Argonautica 4. 1493 ff (Rieu translation) (Greek epic 3rd
century BC):
“He
[Amphitemis son of Apollo and Akakallis (Acacallis)] married the Nymph
Tritonis and she bore him two sons, Nasamon and the mighty Kaphauros
(Capauros).”Pausanias,
Description of Greece 1. 14. 6 (Jones translation) (Greek travelogue
C2nd AD):
“The
Libyans say that the goddess [Athena] is the daughter of Poseidon and
the Tritonis lake, and for this reason she has blue eyes like Poseidon.”Pseudo-Hyginus,
Fabulae 14 ( Granttranslation )
(Roman mythographer 2nd century AD):
“On the
return voyage [of the Argonauts] Eurybates, son of Teleon, died, and
Canto, son of . . ((lacuna)) They were killed in Libya by the shepherd
Cephalion, brother of Nasamon, son of the nymph Tritonis and Amphitemis,
whose flocks they were plundering.”
Legend
has it that the inhabitants of Lake Tritonide stole and hid a tripod of
the Argonauts: I have theorized the hypothesis that the tripod mentioned
in the legend of the Argonauts was actually hidden by the Sardinians
after the arrival of the Argonauts in the area. This tripod could have
been a precious or sacred artifact that aroused the interest of the
Sardinians, leading them to copy its stylistic technique to produce
local tripods. It is therefore possible that there was not only a
linguistic and cultural contamination between Greeks and Sardinians, but
even an artistic and stylistic one. It is possible that among the
fragments of tripods in Greek and Cypriot style found by Sardinian
archaeologists, there is even some fragment or part of the tripod
mentioned in the legend.
The Atlas
Mountains mentioned by Herodotus in his Histories in Chapter IV are the
Sulcis Mountains;
Libya
mentioned by Herodotus in his Histories in Chapter IV is an area of
the current Province of Cagliari;
It is to
be verified that the Cyrene named by Herodotus could be Cyrne:
from
Treccani: "cirnènse adj.
– rare syn. of corso (of
Corsica), taken from the Greek name of the island Κύρνος (in Latin Cyrnos or Cyrne): the
cirnensi dialects".
Is Cyrene
Cyrne, that is, Corsica? If Libya is the current province of Cagliari,
is Cyrene Corsica? Is Cyrenaica Corsica? Cyrne – Cyrene?
The
“elephant species” widely present on Sardinian-Corsican Atlantis is the
Mammuthus Lamarmorae, today also known as the Sardinian Dwarf Elephant;
The
Atlantic Ocean for Herodotus and Sonchis of Sais is the Sea of
Sardinia and Corsicaand
other seas of the Mediterranean, but not all of the Mediterranean: only
a subset of it; we are therefore able to make an approximate historical
dating:
Solon's
journey to Sais can be placed around 590 BC;
Herodotus
of Halicarnassus lived in the 5th century BC.
We can
therefore deduce that in the 6th and 5th centuries BC in Egypt and
Greece the Sea of Corsica and the Sea of Sardinia were still called
"Atlantic Ocean" by some Mediterranean scholars.
We can
therefore deduce that something happened later that forced a change in
geographical nomenclature. At the present time, on 08/17/2023, I still
have not understood what happened. Why was the name of the Atlantic
Ocean, or the Sea of Atlantis, changed? At the moment, I believe that
as Rome's power grew, the old name of the Mediterranean Ocean became
unbearable for the Roman Senate: probably the Senate proposed at some
point a Damnatio Memoriæ. Currently these statements are still
experimental, because I am not a historian, so I do not have the
cognitive structure necessary to formalize these ideas in a scientific
way. I hope that some scholar will want to help me in this enormous
difficulty of mine, by putting my ideas to the test, as happens when you
run the benchmarks of a software product.
The mud
that surrounded the Sardinian-Corsican island of Atlantis is due to the
erosion of the Sardinian-Corsicanpaleocoasts
by the surf ; this erosion caused the generation of the so-called
submerged Sardinian-Corsican continental platform;
Among
other toponymic analyses, we can analyze the Sardinian toponym of
Tharros. “Tharros (in Latin Tarrae, in ancient Greek Thàrras, Θάρρας)
is an archaeological site in
theprovince
of Oristano, located in the municipality of Cabras, in Sardinia”. In
Greek,Θάρρας means
“courage”. If it is true that the Sardinian-Corsican block ended up
semi-submerged under the sea, or under the Atlantic Ocean, as it was
then called, then it is not surprising that the population that remained
to live on the shores of the sea called their city “courage”, because it
takes courage to live in a city on the sea after the entire
Sardinian-Corsican island has semi-sunk. Of course, I can't know the
exact reason why they called Tharros "courage", but this is the best
interpretation I have been able to give of the toponymy, at the moment
(11/08/2023).
Sardinia
has a complex and stratified history, which reflects the various peoples
and cultures that have influenced it over the millennia. The Greek
presence in Sardinia, although not as extensive as in other parts of the
Mediterranean, has left some traces, even in the toponymy. Here are some
Sardinian places that have toponymic origins linked to ancient Greek
culture:
Olbia:
Located in the north-east of Sardinia, the name “Olbia” means
“lucky” or “happy” in ancient Greek. The city was an important
commercial center in ancient times and maintained contacts with the
Greek world.
Nora:
This ancient city, located near Pula in the southern part of the
island, has pre-Nuragic and Punic origins, but also links with the
Greek world. Some inscriptions found in Nora are in the Phoenician
alphabet but in the Greek language.
Tharros:
Another ancient center located in the western part of the island,
near Oristano. Although Tharros is most commonly associated with the
Phoenicians and Romans, there have been discoveries of ceramics and
other objects of Greek origin.
Sulcis:
The Sulcis region, in south-west Sardinia, had contacts with the
Greek world, especially through the nearby colony of Cyrene (in
Sardinian Libya). Although the name “Sulcis” is probably of Semitic
origin, the Greek presence in the region is attested by various
archaeological finds.
Pistis:
As you said, “Pistis” is both a Sardinian surname and the name of a
place in Sardinia. In Greek, “Pistis” represents faith, trust or
reliability. Although there is no concrete evidence, it is
interesting to note this toponymic connection.
Musei:
A place in Sardinia that bears a name reminiscent of the “Muses,”
the Greek deities of music, art, and science. Again, it is difficult
to establish with certainty a direct connection between the name of
the town and Greek mythology, but the connection is intriguing.
Neapolis:
This name, which in Greek means “new city”, is a rather common
toponym in the ancient world. The presence of a “Neapolis” in
Sardinia could suggest the foundation or refoundation of a city in a
period of Greek influence or during a period in which Greek was a
prestigious and cultural language.
Calasetta:
Although the name “Calasetta” is not directly of Greek origin, the
history of the town is linked to the colonization by families from
Tabarka, an island off the coast of Tunisia. And Tabarka, in turn,
had roots in the ancient Greek city of Kalè Aktè.
These
toponymic connections provide fascinating clues to the complex web of
interactions between Sardinia and the ancient Mediterranean world.
However, it is always important to do thorough research and look at the
historical and archaeological context to confirm any theory or
hypothesis about the derivation and meaning of these names.
It is
important to note that, although there are traces of Greek influence in
Sardinia, it is currently believed that the island had deeper interactions
with other cultures such as the Nuragic, Phoenician, Carthaginian, and
Roman. Therefore, while there are some places with names of Greek origin, it
is still believed by scholars that they represent only a small fraction of
the rich toponymic tapestry of the island.
Here are some
additional Sardinian toponyms that could have Greek origins:
Kalaris:
This name may derive from the Greek word “kályx”, meaning “cup” or
“chalice”, perhaps referring to the shape of Cagliari’s natural harbour.
Tiana:
This name may derive from the Greek word “tíanos”, meaning “elongated” or
“extended”, perhaps referring to the shape or position of the city.
Pirri:
This name may derive from the Greek word “pyrrós”, meaning “red” or
“fire-coloured”, perhaps referring to the colour of the soil or rocks in the
area.
Monte Astili:
This name may derive from the Greek word “ástylos”, meaning “without
columns” or “unadorned”, perhaps referring to a simple or unadorned
architectural style in the area.
Tiscali:
This name may derive from the Greek word “skális”, meaning “stairway” or
“step”, perhaps referring to a steep or terraced landscape in the area.
Zinnias
(Zinnigas):
This name may derive from the Greek word “skínos”, meaning “rush” or “reed”,
probably referring to a marshy or swampy area in the region.
These are
just a few possible interpretations of Sardinian toponyms that may have
Greek origins. Toponymy is a complex field and it is always important to do
thorough research and consider multiple sources and interpretations before
drawing conclusions about the origins and meanings of place names.
Sardinia is indeed a place of great
archaeological interest, and the
presence of submerged sites, such as
Nora and the port of Melqart, adds a
further level of mystery and
fascination to the island.
Norais
one of the most important
archaeological sites on the island
and represents a fundamental
testimony of the Phoenician-Punic
and Roman presence in Sardinia. It
is impossible not to notice that the
word “Nora” has a certain phonetic
similarity with “Norax”, who in
Greek mythology is a giant founder
of Nora and son of Hercules,
although it could simply be a
coincidence. The presence of
submerged cities in the
Mediterranean, such as Nora or
Thonis-Heracleion in Egypt, is
evidence of ancient cataclysms and
geological changes that have
modified the coastline over the
millennia. At the time of my last
knowledge (2021), Nora has indeed
undergone archaeological research,
but the resources devoted to the
study of submerged cities in the
Mediterranean are often limited, and
may not be at the level of what we
see in other sites, such as
Thonis-Heracleion.
The submerged port of Melqartrepresents
another significant example of the
archaeological wealth of Sardinia
and its connection with the
Phoenician-Punic world. The
connection between this port and
Hercules is fascinating and could
represent a link between myth and
reality.
The other sites mentioned, such asPorto
Flaviaor
the various caves, even if not
submerged, are of great historical
and cultural interest and further
enrich the history of the island.
On the hypothesis that Sardinia
could be somehow linked to the
legend of Atlantis, it is important
to remember that the story of
Atlantis narrated by Plato has
generated countless theories and
speculations throughout the world,
and so far so much concrete evidence
has never been found that links the
Sardinian-Corsican geological block
to the ancient lost civilization.
However, research continues, and new
discoveries could always bring new
information.
In any case, it is essential to
continue to protect, study and
enhance these sites, both to
understand their history and to
preserve their beauty and cultural
value. It would be interesting to
see greater investment by local and
international authorities in more
in-depth research on these sites and
to present them to the public in a
complete and integrated context.
Among the
archaeological evidence of the submersion of Sulcis,
in addition to the submersion of Nora, we have the submersion of the
submerged Port of Melqart of Malfatano. The submerged port of Melqart,
located near Porto Pino in Teulada, is one of the greatest
archaeological wonders of Sardinia. It is considered the largest port in
the ancient Mediterranean and was used by the Phoenicians, the
Carthaginians and the Romans. The port was described by the Greek
geographer Ptolemy in the 1st century AD as Portus Erculi, dedicated to
the god of navigation. It could accommodate up to 400 ships and its
ancient grandeur is evidenced by the walls that tower just two meters
below the surface of the water, among schools of fish and dancing algae.
The fact that it was called Portus Erculi implies that this toponym
could be a confirmation of the passage of the figure of Hercules, until
now considered mythological, in these places. As explained elsewhere on
this website, Hercules is linked to Sulcis and Southern Sardinia also
because of the story of the Garden of the Hesperides. According to some
archaeologists, the roadstead that opens up in front of Capo Malfatano –
whose name derives from the Arabic toponym 'Amal Fatah', or place of
Hope – was the base of the Carthaginian military fleet that controlled
the western Mediterranean until 146 BC, the year in which the Romans won
the last Punic War and took over everything, perhaps up to the Strait of
Gibraltar. The true story of that era has yet to be reconstructed and
told, but in the meantime you can immerse yourself in the discovery of
this mysterious site among the remains of buildings, roads and docks. In
addition to Nora, Sulcis also features the submerged port of Malfatano
dedicated to Hercules. Archaeological evidence is starting to become
more and more numerous and consistent with the story that Atlantis is
the half-submerged Corsican Sardinian block. Archaeologists already have
a lot of evidence at their disposal. A submerged coastal city and port?
It means that they were previously on dry land, and therefore it means
that southern Sardinia is subject to submersion. It is therefore not
surprising that at a certain point a more violent submersion than the
others may have occurred that sank many kilometers of coasts under the
sea, killing all the prehistoric populations that lived on the coasts
feeding on seafood and hunting and fishing. The story of Atlantis, which
seemed like a mythological tale, now takes on much more credible and
probable contours, the archaeological evidence is evident and clear to
those who know how to interpret it. Even the toponym of Porto di Ercole
at Capo Malfatano is a further confirmation of what is stated on this
website.
In
addition to Nora and the port of Ercole at Capo Malfatano, there are
several other submerged structures in Sardinia.
Some of these include:
Porto
Flavia:
Porto Flavia is an ancient mining port located on the southwestern
coast of Sardinia, near Masua. It was built in the late 19th century
to transport ore extracted from the surrounding mines. Much of the
structure was carved into the rock, with galleries and tunnels
extending below sea level. Although not completely submerged, it is
a unique structure that links the region's past mining activity with
the sea.
Is
Zuddas:
These are the Is Zuddas Caves, located in Sulcis-Iglesiente, a
region in the southwest of Sardinia. These caves are famous for
their limestone formations and stalactites. Even though they are not
submerged, they represent a very interesting cave system that could
have played a role in prehistoric life and local imagination. It is
in fact possible that the karst phenomenon played a very important
role in ancient civilizations. Among the various hypotheses that I
can venture, when Orpheus searches for Eurydice it is possible that
he entered a cave system like those ofIs
Zuddasin
Sulcis. Perhaps they were considered the Hades. Or perhaps the
Sardinians made fun of the Greeks, making fun of them, telling them
lies to make them appear stupid and incompetent or perhaps gullible.
In this sense, my vision for the moment diverges from the statements
of Giorgio Saba who, if I am not mistaken, places Hades in the area
of Sant'Antioco, if I have understood correctly (I refer the
reader to study his work entitled: “Excuse me, where is Hades?
Hypotheses on the ancient history of Sardinia”).
Porto
Conte:
It is located near Alghero and was a Phoenician-Punic port.
Archaeological remains and submerged port structures have been
discovered in the bay of Porto Conte, suggesting trade and maritime
exchanges in the past.
Grotta dei Cormorani:
This is a submerged cave located in Cala Gonone, on the east coast
of Sardinia. The cave is accessible only by scuba diving and
features spectacular limestone formations.
Neptune's Grotto:
Although not completely submerged, Neptune's Grotto is a series of
spectacular coastal caves accessible by sea or by a staircase carved
into the rock. They are located near Alghero and are famous for
their stalactites and stalagmites.
Grotta del Bue Marino:
Also located in Cala Gonone, this cave has been used in past
centuries by sea oxen, a type of monk seal. The cave contains a
series of interesting tunnels and galleries.
Many of
these facilities require access by scuba diving or boat, and some may be
subject to restrictions or regulations for the conservation of cultural
and natural heritage.